Dott.ssa Benedetta Zucchi, Fisioterapista

L’importanza della valutazione del pavimento pelvico nel post parto

Hai partorito da poco, l’addome è flaccido e senti che potresti perdere la pipì con un semplice starnuto.

Fortunatamente sta crescendo l’attenzione nei confronti della salute del pavimento pelvico.

Sempre più donne cominciano a riconoscere l’importanza della valutazione del pavimento pelvico nel post parto e a conoscere i benefici che la riabilitazione può dare.

Dall’altra parte prendersi cura di una nuova vita è un impegno full time e molte donne non hanno tempo per prendersi cura di se stesse e sperano che le perdite urinarie o altri disturbi si risolvano da soli.

Purtroppo nella maggior parte dei casi i sintomi non si risolvono e finiscono per consolidarsi in una vera e propria disfunzione.

Se in questo articolo ti avevo detto quando era il caso di rivolgersi alla riabilitazione, di seguito ti spiegherò perché è importante sottoporsi ad una valutazione del pavimento pelvico nel post parto e quali benefici puoi ottenere con la riabilitazione.

Perché è importante effettuare la valutazione del pavimento pelvico nel post parto?

Rivolgersi a un fisioterapista esperto nella riabilitazione del pavimento pelvico è il primo passo per recuperare rapidamente e nel miglior modo il tuo pavimento pelvico.

Dopo il parto sono due le visite che ti raccomando di fare:

  • La prima è la visita ostetrica-ginecologica finalizzata alla valutazione dello stato di involuzione dell’utero, dello stato di salute delle ovaie, delle tube di Falloppio, del canale vaginale e di eventuali ferite (episiotomia, lacerazione o taglio cesareo).
  • La seconda è la valutazione del pavimento pelvico effettuata da un fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico in campo ostetrico e uro-ginecologico.

La gravidanza e il parto sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di una disfunzione a carico del pavimento pelvico.

Perché?

Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli, fasce e legamenti che chiude inferiormente la cavità addomino-pelvica, che sostiene vescica, il retto e l’utero e che partecipa al corretto funzionamento della minzione, della defecazione e della funzione sessuale e riproduttiva.

Durante la gravidanza gli ormoni rendono i muscoli del pavimento pelvico più lassi e più difficilmente reclutabili e l’aumento del peso materno fa sì che aumenti la pressione che questi muscoli devono da sostenere.

Il parto può causare danni legamentosi, muscolari e nervosi che possono pregiudicare anche gravemente il pavimento pelvico.

Infine dopo il parto il pavimento pelvico impiega delle settimane per riprendere il normale tono muscolare e il recupero può richiedere maggior tempo se durante il parto vi è stata una lacerazione o un’episiotomia o se il parto è stato cesareo.

Il parto cesareo infatti non previene le disfunzioni del pavimento pelvico1 per due motivi:

  1. i fattori di rischio legati alla gravidanza (azione degli ormoni e aumento di peso materno) influiscono sullo stato di salute del pavimento pelvico indipendentemente dal tipo di parto;
  2. il parto cesareo è a tutti gli effetti un intervento chirurgico in cui vengono danneggiate le fasce i muscoli addominali e l’addome lavora in stretta sinergia con il pavimento pelvico. Un danno a carico della muscolatura addominale che altera le funzioni di contenimento dei visceri e di gestione delle pressioni intra-addominali può avere delle ripercussioni importanti sul pavimento pelvico.

Per questo ogni donna dovrebbe effettuare una valutazione del pavimento pelvico dopo il parto, indipendentemente dal tipo di parto che ha avuto.

La valutazione del pavimento pelvico nel post parto

Solitamente si consiglia di effettuare una valutazione intracavitaria a circa 6-8 settimane post parto per i parti vaginali e circa 8-10 settimane post parto per i parti cesarei per dare il tempo al corpo di recuperare fisiologicamente.

Tuttavia i tempi di recupero nel post parto possono variare molto da donna a donna perché dipendono da tanti fattori.

Per prima cosa bisogna considerare l’età della madre perché sappiamo che un’età avanzata può ritardare i tempi di recupero.

Successivamente ciò che influisce maggiormente nel recupero post parto è il tipo di parto, ovvero se è stato vaginale, cesareo o strumentale, se ci sono state lacerazioni o si è ricorsi all’utilizzo dell’episiotomia e se ci sono state complicazioni.

Quello che poi è importante valutare è la storia ostetrica ginecologica remota e in particolar modo se c’è stato un recupero tra una precedente gravidanza e quella attuale o se il corpo della donna ha affrontato la gravidanza in una condizione di mancato o parziale recupero.

Una volta indagati e tenuti presenti tutti questi aspetti durante il colloquio si passerà all’esame obiettivo incentrato soprattutto sulla valutazione della postura, della respirazione e della competenza addominale.

La postura, la respirazione e l’addome sono profondamente connessi al pavimento pelvico e un’alterazione a loro carico può dar luogo a un’incontinenza urinaria, ad un’incontinenza fecale o ad un prolasso.

Durante la gravidanza si assiste infatti ad una serie di cambiamenti ormonali e biomeccanici che alterano le curve della colonna vertebrale, l’equilibrio e la deambulazione.

Il mal di schiena in gravidanza è infatti una delle problematiche più comuni che affligge più della metà delle gestanti e la sua presenza durante la gravidanza aumenta il rischio che si ripresenti persista nel post parto.

L’aumento di volume dell’utero determina una disposizione più orizzontale delle coste e una respirazione più toracica che addominale.

Al termine della gravidanza la diastasi dei retti dell’addome è il risultato fisiologico dell’aumento dell’utero all’interno della cavità addominale ed presente in tutte le gestanti.

Gli aspetti che interessano la riabilitazione della diastasi addominale sono principalmente due:

  • il primo è l’entità della diastasi per valutare se è necessario ricorrere ad una soluzione chirurgica o se è possibile le trattarla conservativamente con la fisioterapia;
  • il secondo è la competenza addominale, ovvero la capacità di reclutamento della muscolatura addominale e la sua capacità di gestire le pressioni intra-addominali.

Nel post parto trattare le alterazioni posturali obbligate dalla gravidanza, rieducare la donna ad un corretto schema respiratorio e far tornare l’addome tonico e competente permette di evitare i dolori muscolo-scheletrici e evitare le disfunzioni legate al pavimento pelvico.

Per questo è importante che la valutazione del pavimento pelvico nel post parto preceda qualsiasi rinforzo dei muscoli addominali e il ritorno all’attività fisica o sportiva.

Una volta effettuato l’esame fisico globale, si passerà a valutare il pavimento pelvico nello specifico.

Si effettua dapprima una valutazione esterna del perineo e dei genitali esterni e l’eventuale presenza di una cicatrice dovuta a lacerazione o episiotomia. Il fisioterapista potrà indirizzarti sul trattamento e sulla relativa cura domiciliare. Lo stesso vale per la cicatrice dovuta al parto cesareo.

Proseguirà poi alla valutazione intracavitaria, ovvero all’esplorazione vaginale.

Inserendo una o due dita in vagina è infatti possibile sapere molte cose sul tuo pavimento pelvico:

  • se si trova in uno stato di tensione o di eccessivo rilassamento;
  • se sei in  grado di reclutarlo volontariamente oppure no;
  • qual è la sua forza e la sua resistenza alla fatica;
  • se ci sono dei punti specifici di tensione e dolore;
  • se gli organi pelvici rimangono in sede a riposo o sotto sforzo.

La valutazione intracavitaria unita alle informazioni ottenute dal colloquio anamnestico circa l’eventuale presenza di perdite urinarie, fecali o di gas in seguito a sforzi, urgenza minzionale o defecatoria o dolore durante i rapporti sessuali ti permetterà di sapere come sta il tuo pavimento pelvico e di adottare le adeguate strategie per favorire il migliore dei recuperi nel rispetto dei tuoi tempi.


Se dopo una valutazione ti viene riscontrata una disfunzione è importante che tu segua diligentemente il piano di trattamento e le indicazioni fornite dal tuo fisioterapista.

Come ho detto in un altro articolo, anche la riabilitazione del pavimento pelvico come qualsiasi altro tipo di riabilitazione, richiede tempo, impegno e costanza e richiede la partecipazione attiva del paziente.

Per rieducare i muscoli, siano questi deboli, contratti o non in grado di eseguire il corretto movimento, bisogna impegnarsi quotidianamente. Non esistono scorciatoie.

So che rivorresti il tuo corpo il prima possibile e che vorresti tornare a svolgere le tue attività di piacere ma il tuo corpo ora ha bisogno di tempo per recuperare.

Se ti prenderai cura del tuo pavimento pelvico potrai tornare a vivere la tua vita apprezzando al meglio questo nuovo capitolo che è la maternità.

Potrebbe interessarti anche…

Note

  1. A H MacLennan, A W Taylor, D H Wilson, D Wilson. The prevalence of pelvic floor disorders and their relationship to gender, age, parity and mode of delivery. BJOG 2000;107(12):1460-70. doi: 10.1111/j.1471-0528.2000.tb11669.x.

CONTATTAMI

Per maggiori informazioni e per appuntamenti compila e invia il modulo

* dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy e di acconsentire al trattamento dei dati personali